“Corpi estranei” in finale a InediTo – Colline di Torino

La mia nuova raccolta inedita Corpi estranei è fra le undici finaliste della sezione Poesia del Premio  InediTO – Colline di Torino, organizzato dall’Associazione Il Camaleonte di Chieri (TO) e diretto da Valerio Vigliaturo. Dopo l’entusiasmante designazione dei finalisti alla Scuola Holden, nominati dal Comitato di Lettura presieduto da Valentino Fossati, che ha selezionato le 702 opere inviate dai 661 iscritti, la ventiduesima edizione – ispirata graficamente al Metaverso – si concluderà con la proclamazione dei vincitori sabato 20 Maggio ore 10:30 alla Sala Argento del Salone del Libro di Torino e la premiazione ore 21:00 al Circolo dei Lettori di Torino (entrambe in diretta streaming sulla pagina Facebook del premio), attraverso la consegna dei premi e il reading dedicato alle opere dei vincitori.
63 i finalisti, 56 in gara nelle varie sezioni e 7 per i premi speciali “InediTO Young” destinato ad autori minorenni (consistente in una penna stilografica offerta da Aurora Penne) e “InediTO RitrovaTO” a un’opera inedita di scrittori non viventi (conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo e Alessandro Manzoni), che sarà assegnato quest’anno a “La liberazione di Caterina” di ser Piero da Vinci. Il documento inedito ha dato consistenza alla ricostruzione del profilo storico della mamma di Leonardo nel nuovo libro “Il sorriso di Caterin” (Giunti) di Carlo Vecce, che riceverà per la sua scoperta un riconoscimento.
Parteciperanno alla proclamazione e premiazione autorità e partner del Comitato d’Onore, la Giuria presieduta da Margherita Oggero e formata da Milo De Angelis, Mia Lecomte, Piersandro Pallavicini, Ubah Cristina Ali Farah, Andrea Donaera, Giulia Muscatelli, Federico Vercellone, Susanna Mati, Roberto Latini, Lisa Ferlazzo Natoli, Laura Muscardin, Marco Bonini, Fausto (Coma Cose) nonché dai vincitori della passata edizione.
A interpretare gli estratti delle opere vincitrici saranno gli attori Enrico Dusio dell’Accademia dei Folli di Torino e Giovanna Rossi dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano, accompagnati dai jazzisti torinesi Emanuele Francesconi (pianoforte) e Gianni Denitto (sax, elettronica), che sonorizzeranno il reading caratterizzante da sempre la cerimonia finale inserita nel programma del Salone OFF.

Recensione: “L’ira notturna di Penelope” di Antonella Sica | L’Altrove

L’ira notturna di Penelope (Prospero Editore, 2022) di Antonella Sica è una silloge che si ambienta tra gli oscuri meandri dell’intima stanza di se stessi e le periferie della vita. È un percorso narrato dove la bussola è una biancastra luna che si veste talvolta di una luce sempre diversa assumendo un volto benevolo e femminile. La luna contiene gli stessi solchi interiori di questa donna dilaniata da ferite mute. Possiamo dire che entrambe si specchiano della vicendevole luce. Altro elemento cardine è l’acqua con il suo sciabordare che lava le ossa e la polvere che si posa sulla vita non vissuta di una donna ferita, posata (in un angolo e dimenticata come direbbe Ungaretti).
C’è una volontà di fotografare un percorso intimo di chi vive la vita scucendo e ricucendo la sua pelle adattandola alle vari fasi della vita, muovendosi all’interno di una quotidianità a metà “ho lasciato sempre/qualcosa nel piatto/pur avendo ancora fame” ma che ardentemente desidera la libertà e la scompostezza “ma ho desiderato correre/scomposta nei prati/e mangiare l’erba/solo per conoscerne il sapore.”

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“Fragile al mondo” su Le parole di Fedro di Sergio Daniele Donati

Le Parole di Fedro è lieta di poter ospitare un estratto della raccolta poetica di Antonella Sica, poeta che è già apparsa su queste pagine, Fragile al mondo (Prospero ed., 2016).
La silloge, che si caratterizza per una scrittura precisa, delicata e raffinata e per la capacità di comunicare contenuti anche attraverso il corpo, sarà oggetto di una più approfondita nota di lettura nei prossimi tempi.
Intanto si consiglia a tutti la lettura di una poeta che, nel panorama contemporaneo, non si può ignorare.

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“Corpi estranei” vince il primo premio al Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia” 9/12/2022

La poesia inedita Corpi estranei ha vinto il primo premio al Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia” con questa motivazione:

“La nonna lallava il rosario”: a questa espressione centrale, fondamentale, la poetessa affida la sua narrazione lirica concentrata in un quadro di sofferenza latente, di povertà derivante da stati di indigenza causati forse dalla guerra o da altre sciagure sociali. Ma non è tanto importante la collocazione storica o geografica di questo spaccato di vita familiare, quanto l’intensità, il dettaglio minuto, la “geometria” instabile dei posti a tavola, perfino quel verbo onomatopeico che, come un lamento infinito, cantilenante, accompagnava il senso di disfatta e di rassegnazione che aleggiava tutt’intorno. La poesia è alta quando rende viva l’immagine, la ripropone eterna e incide nel cuore un’impressione indelebile di immedesimazione e di condivisione, e “Corpi estranei” è senz’altro aderente a questa caratteristica, grazie alle descrizioni singolari, incisive, e nell’andamento dei versi che riflettono sempre lo spirito e l’umore della storia.

La giuria: Giuseppe Vetromile, Marco Bellini, Anna Bruno, Luigi De Simone, Rita Pacilio e Francesco Terraciano.

Frammenti di un epilogo tradotta in spagnolo da Antonio Nazzaro (Centro Cultural Tina Modotti)

Frammenti di un epilogo di Antonella Sica (Italia) ita/esp

Quando sarò andata via
dovranno occuparsi
della mia assenza.
Riempiranno tutti i buchi
che ho fatto nella terra
per mettere radici.
Sgombreranno
il mio piccolo spazio:
terranno l’oro per il valore,
getteranno i libri
e le fotografie senza più memoria
nascoste tra le pagine.
I miei fogli di tormento
diventeranno carta
su cui appuntare i fantasmi
di una nuova vita
o la lista della spesa.
*

Fragmentos de un epílogo de Antonella Sica (Italia) esp/ita

Cuando me haya ido
tendrán que ocuparse
de mi ausencia.
Llenarán todos los hoyos
que he hecho en la tierra
para echar raíces.
Desalojarán
mi pequeño espacio:
guardarán el oro por el valor,
tirarán los libros
y las fotografías ya sin memoria
escondidas entre las páginas.
Mis hojas de tormento
se convertirán en papel
sobre el cual anotar los fantasmas
de una vida nueva
o la lista de las compras.
Traduzione: Antonio Nazzaro

«Mangiare l’erba solo per conoscerne il sapore»: recensione a “L’ira notturna di Penelope”, A. Sica – di Martina Toppi (Alma Poesia)

Penelope tesse e attende. E nell’attesa si domanda: cosa significa essere questa donna che sono? E intanto intreccia fili e costruisce trame e veste inganni di morbido tessuto. Si guarda indietro, Penelope, alle donne che è stata e che sono state prima di lei: centinaia di mimi e specchi, echi di altre generazioni che cuciono insieme a lei, con dita altrettanto agili, altrettanto raggrinzite dallo sforzo continuo, ma lievi nella cadenza con cui ingannano il tempo. Leggendo L’ira notturna di Penelope di Antonella Sica (Prospero Editore, 2022), la sensazione non è quella di un’idilliaca parentesi esistenziale in cui attendiamo il ritorno di Odisseo sull’isola. Semmai, la donna cui questi versi danno forma è una donna di città, che dalla sua finestra scorge colline e palazzi, che vive intrisa di azione, capace di insegnarci che nell’attesa si vive e addirittura si scrivono poesie. Così mi sono chiesta chi fosse questa Penelope che si cuce addosso il volto e la vita di altre donne che l’hanno preceduta. Sono entrata nelle cucine di nonne indaffarate, perdendomi tra le braccia profumate di limoni di una madre, inebriata di quella nube di profumo impalpabile che poi si scopre essere l’essenza stessa della femminilità, sempre diversa, sempre presente. E sotto questi molti volti mi sono chiesta se mi è mai capitato di essere la donna che Sica assegna a Penelope. La donna che tesse inganni mentre se ne sta vigile, appena dietro la riva del mare nella notte bagnata dalla luna. «Una poesia non certo femminista, ma fortemente connotata dalla volontà sofferta di far emergere un Sé femminile profondo, affondando la ricerca in un buio primigenio che è insieme quello esistenziale della nascita e quello astrale» commenta Donatella Bisutti, nella prefazione di questa raccolta, esplorando la poesia di questa Penelope notturna, paziente e irosa al tempo stesso, e paragonandola a una certa scrittura simbolica di cui Dickinson era stata maestra. Una scrittura armata però anche di quell’ironia che da Jane Austin in poi abbiamo imparato ad amare profondamente.

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Concorsi & Premi poesie inedite

Alcuni testi di Corpi estranei, la mia nuova raccolta ancora inedita, stanno ottenendo diversi premi e riconoscimenti.

La poesia Ho una bambina sulla schiena si è classificata al secondo posto sia alla XXVIII Edizione del Premio Nazionale di Poesia edita e inedita Tra Secchia e Panaro che al Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.
La poesia Corpi estranei si è classificata prima all’VIII edizione del Premio Letterario Il Giardino di Babuk – Proust en Italie ed è stata finalista alla XII edizione del premio di poesia Isabella Morra.
La silloge breve Corpi estranei è arrivata in finale al Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano” e ha vinto l’VIII edizione del Premio nazionale editoriale “Arcipelago Itaca”.
La poesia Al primo piano l’alba ha vinto il  IV Premio letterario Gianmarco Lucini nella sezione poesia singola. Altri inediti sono risultati finalisti al premio Poesia di Strada e Terra di Vigilio – Mantova Poesia.

L’ira notturna di Penelope vince la XVI ed. del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden

Giuria:
Maria Teresa Landi, scrittrice; Luciana Tola, scrittrice (Presidenti di Giuria)
Iacopo Maccioni, scrittore
Gioconda Marinelli, scrittrice e giornalista

Motivazione: Perché Penelope? Perché, fra le grandi figure del mondo classico, essa rappresenta quella condizione femminile che si riconosce nella pazienza e nell’attesa, simbolo cioè della tradizione alla quale la poetessa vuole sfuggire. Di qui la rivolta a ogni costrizione che ingabbia il femminile, ossia la tensione verso una dimensione più autentica e universale, dove il silenzio diventa padrone dell’attimo e scavalca anche il ruolo della parola. Versi brevi, impegnativi per l’uso frequente di figure retoriche e l’attenta scelta di parole capaci di suscitare sensazioni ed emozioni.

L’ira notturna di Penelope – recensione di Moka su Licenza Poetica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ira notturna di Penelope è una trama nascosta che conduce alla scoperta; l’ira è il monologo del proprio vissuto e la certezza di non sapere molto, ma anche la prontezza della meraviglia, l’ira è un atto di fede che alimenta il fuoco della ricerca, attraversa con sguardo femmineo il mondo, con gesti ripetuti, talvolta incauti. L’osservazione dalle finestre delle case, in cui ha respirato la Penelope dei giorni nostri, in cui è cresciuta e cambiata, addirittura attraversandone le stanze come fossero le proprie viscere; nella pressante quotidianità che la rende fuori luogo e in tutti i luoghi, in cui comprendere la propria gestazione interiore femminile. È la poesia la forza per ricominciare tutto da capo, se necessario: strappare, cancellare, urlare amore, dolori, rivincite, riscatti e poi tornare al mare che riluce di quella presenza costante dove l’autrice sa di poter naufragare per riemergere sempre più forte.

Moka
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